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Franco Evangelisti

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Scheda manoscritto

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4 ! | piccoli pezzi per Pianoforte e Violino | di | FRANCO EVANGELISTI | 1954-55

Descrizione: eliografia da ms. non autografo, con annotazioni autografe; 7 fogli staccati; 235X327.
Tipologia del manoscritto: manoscritti e stampe eliografiche riconducibili direttamente agli autori
Presentazione: partitura
Copisti: -

Data discorsiva: 1956-1957 (?)
Data sintetica: 1956-1957 (?)

Biblioteca: (Archivio privato eredi F. Evangelisti, Roma., Roma, Italia)
Fondo: Fondo eredi Evangelisti, Roma.
Segnatura: [assente]
Repertori: -

Note: Il documento [ms. 5] appartiene a una ‘classe di documenti’ di una natura intermedia tra il manoscritto e l’edizione: si tratta in sostanza di una ‘edizione dell’autore’, eliografata da un lucido (irreperibile, forse in possesso dell’editore Semar) manoscritto non autografo (mano C dei mss. presso il fondo Evangelisti) completo di ambedue i pezzi. Le 7 pp. (stampate su fogli separati) contengono: frontespizio, descrizione della serie (n. 2), 5 pagine di musica (nn. 3-7, con la sola firma – senza luogo e data – a destra dell’ultima battuta, e la p. 4 stampata al contrario), presumibilmente la n. 8 bianca (ma sulla riproduzione fornita dall’Archivio dell’IMD si sono poi depositati appunti manoscritti su programmi di concerti, non di mano di Evangelisti, e forse posteriori alla sua scomparsa). L’esemplare di riferimento di questo insieme di documenti si trova conservata presso I-Rama, dal fondo Petrassi (scheda del ms. 3), rispetto al quale – e rispetto all’esemplare conservato a Darmstadt, legato alla prima assoluta – questa propone lievi ma significative aggiunte o modifiche, oltre che ulteriori annotazioni manoscritte del percorso seriale: l’indicazione degli anni ‘1954-55’ sul frontespizio, la definizione delle agogiche dei movimenti con i tempi metronomici, e non discorsivamente; l’indicazione con sordina/senza sordina per i due pezzi. Inoltre, tutte le dinamiche aggiunte a mano nell’esemplare di Darmstadt sono state riportate di nuovo. Per questo, si ipotizza che l’esemplare rifletta un terzo e ultimo stadio di definizione del lucido-matrice, impiegato (anche se non questo specifico esemplare) per l’edizione Semar. Ciò non toglie che – come per il ms. 3 – la copiatura rimanga in più punti scorretta, infedele all’originale perduto (ma in parte ricostruibile grazie al manoscritto dei Due Canti da Pavese) e per di più incongrua in quei punti rispetto al computo seriale evincibile.

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